Ten questions to: Andrea Amati

La sua storia:

Compositore dal 2001 con l’ etichetta Sony Music Publishing, per poi passare alla Edel Music. Nel 2003 comincia la sua collaborazione artistica con la Warner Chappell, etichetta che mantiene fino al 2017. Nel 2018 collabora con l’etichetta Baby Angel Music per poi passare alla Saifam, nel 2019.Per la Warner collabora con Nek, per il quale compare come autore in 5 album, firmando inoltre 4 singoli: Contromano, Instabile, Notte di febbraio e Vulnerabile.In questi anni collabora inoltre con altri artisti, come Francesco Renga, Marco Masini, Emma Marrone, Annalisa, Franco Califano, Alessandra Amoroso, Michele Bravi, Elodie, Alessio Bernabei, Lorenzo Fragola ed altri. Nel 2012 pubblica il suo primo album dal titolo Cambio prospettiva, dove interpreta 8 suoi brani inediti, due dei quali scritti con Fabio Vaccaro. Nel 2014 varca i confini nazionali scrivendo la canzone El amor es la señal per Manuel Mijares. Nel 2017 partecipa per la prima volta come autore al Festival di Sanremo scrivendo, assieme a Tommaso Pini e Andrea Francesca Dall’Ora, la canzone Cose che danno ansia, portata in gara da Tommaso Pini nella sezione Nuove Proposte e vincitrice del Premio Sala Stampa “Lucio Dalla. Nel 2019 vince, sempre come autore, il più importante festival musicale rumeno, il Cervo d’oro, grazie al primo posto di Eliza G con il brano Altro che favole.

1Q – Interviste di Puntomusic

Ciao Andrea,

come hai speso il tuo tempo dal punto di vista creativo in questo terribile momento storico ? La tua attività ne ha risentito?

Durante le settimane del primo lockdown, l’anno scorso, al contrario di ciò che si possa pensare ho scritto tantissimo: credo almeno una trentina di canzoni. Poi, “vivendo” inevitabilmente meno ed avendo sempre meno stimoli ho cominciato a rallentare. Questo mestiere, forse più di altri, essendo legato all’emotività/la voglia di raccontare, subisce tantissimo l’influenza degli eventi che determinano e condizionano la nostra esistenza.

A cosa stai lavorando?       

Se devo essere sincero non ho grandi “colpi in canna”. L’indotto della discografia è sempre più risicato e ciò che ne rimane è sempre più determinato e concentrato su pochissime persone, che sostanzialmente ne detengono il monopolio. Alla luce di questo, oggi entrare in progetti di artisti importanti diventa davvero difficile, rispetto ad anni fa, in cui c’era spazio per tanti,  mentre oggi 4/5 team di lavoro, appoggiati da grandi gruppi editoriali/discografici/organizzativi, seguono tutti gli artisti più importanti tenendo tutto “in casa”, almeno nell’ambito mainstream. Prima, invece, se avevi in mano una gran canzone ed un minimo di contatti riuscivi perlomeno ad entrare in qualche buon disco. Detto questo, anche se continuo a scrivere canzoni e a proporle perchè quella è la mia attitudine, ho da poco aperto un piccolo studio di registrazione (Pocket studio) con Fabio Vaccaro, mio storico collaboratore; cerchiamo di mettere la nostra esperienza e le nostre capacità anche a servizio di altri (lui cura più le produzioni mentre io la scrittura di brani inediti).

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Come ho appena accennato, per ora mi sto concentrando sullo studio di registrazione e parallelamente continuo a proporre brani ad artisti importanti (e pare che alcuni stiano anche piacendo), sperando che questo maledetto periodo-covid finisca e possa ripartire tutto a pieno regime.

 Nella tua fantastica carriera qual è l’artista con cui hai lavorato che ti ha dato più soddisfazione ?

A livello economico sicuramente Nek (ma anche a livello professionale, devo dire), ma la chicca che mi piace sempre ricordare e di cui vado particolarmente fiero è stata la collaborazione con Franco Califano, a cui ho scritto un brano nel suo ultimo disco; credo sia stato un artista unico ed andrebbe rivalutato. Da un punto di vista umano, invece, proprio recentemente ho avuto modo di collaborare con Gianluca Grignani e ricevere la sua stima, in un momento come questo, è stato un grandissimo viatico per me.

Qual è il brano più bello che hai scritto?    

Bella domanda! Forse di quelli pubblicati sono particolarmente affezionato a Notte di febbraio, singolo che scrissi per Nek qualche anno fa e che mi emoziona sempre, ma ne ho tanti altri a cui tengo tantissimo e che spero prima o poi possano uscire in qualche modo. Magari, se mi tornerà la voglia di farlo, potrei farlo direttamente io, anche se non mi ritengo un gran performer.

Come trovi l’ispirazione?

Come dicevo prima, tra le righe, credo che l’ispirazione sia data dal fatto di “vivere” il più possibile, viaggiare, vedere persone e posti interessanti o semplicemente diversi, fare esperienze in generale…ma di fondo, per tramutare tutto ciò in una canzone, credo ci sia un talento di fondo, che non tutti purtroppo o per fortuna hanno (ma credo che ognuno di noi abbia comunque un talento di qualche tipo in qualche ambito, nella vita).

Se non avessi fatto l’autore nella vita cosa ti sarebbe piaciuto essere? 

Questa domanda mi fa sospirare, in questo momento storico, perchè mai come adesso mi viene il dubbio di aver sbagliato tutto quando, dopo la laurea, mi licenziai da un buon lavoro impiegatizio (ottenuto con gran fatica) per dedicarmi totalmente alla musica (erano i tempi in cui cominciavo a poterci vivere)…non dico che fare il responsabile acquisti fosse la mia ambizione di vita ma almeno sarebbe stato un lavoro sicuro, anche se allora non era minimamente immaginabile il (brutto) destino che avrebbe fatto la musica (o perlomeno, la fruizione e la monetizzazione della stessa). Ad ogni modo, bando ai rimpianti, se avessi dovuto scegliere qualcos’altro forse mi sarebbe piaciuto lavorare in ambito sportivo.

Hai suggerimenti per giovani che vorrebbero fare il tuo lavoro?

Sinceramente, ora come ora, il mio consiglio sarebbe quello di lasciar perdere e prendere tutto come una grande passione: riuscire a vivere di autorato oggi è molto, molto difficile (partendo da zero, intendo). So che sa di sconfitta ma è ciò che mi sento di dire, soprattutto alla luce del momento che stiamo vivendo, in cui i principali canali di “rientro” economico legati ai diritti d’autore sono sostanzialmente ridotti a zero (concerti e vendita dischi, se ancora possiamo parlare del concetto di disco…e del concetto di vendita!).

 Qual è la tua massima?

Oddio, non ci ho mai pensato…forse “pensa di più a te stesso”; in passato a volte mi sono fatto in quattro per gli altri (soprattutto a livello di contatti tra persone), per mia indole, ma tornando indietro forse sarei più egoista.

Svelaci un segreto di te che non hai mai detto a nessuno e che ora finalmente hai deciso di rivelare

Non penso di avere grandi segreti, sinceramente (sorride, ndr)…senza entrare nel merito di cose che mi sono successe a livello professionale (e che non potrei dire, riguardando indirettamente anche altre persone), forse una cosa di me che sanno solo le persone che mi frequentano in modo più stretto è che prima o poi vorrei andare a vivere al mare; può sembrare un’ambizione banale, ma in questo lo sarei volentieri…

Intervista ad Andrea Amati by Umberto Salvati

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